E’ la chiesa principale di Nocera Umbra e chiesa madre della ex Diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino, fino al 1986. Ha subito varie ristrutturazioni. Posta sulla cima del colle, rimanda alla sostituzione del culto pagano con il culto cristiano: forse qui è da porre il tempio alla dea Favonia da cui è derivata la tribù dei Nucerini Favonienses.
Nel sec. V, quando si istituì la diocesi nocerina, il tempio fu trasformato in chiesa e dedicato a Maria. Di un’altra ristrutturazione, avvenuta intorno al sec. X, rimane il portale romanico, posto nell’ingresso laterale della chiesa, collocato in cima a Via S. Rinaldo e arricchito da una decorazione, in pietra scolpita, di vitigni ed animali nella fascia dell’archivolto. Altro resto, probabilissimo, di questa cattedrale è una massiccia croce in pietra contenente una croce incavata, che si conserva nel museo diocesano.
Dopo la distruzione di Nocera da parte di Federico II, nel 1248, la chiesa fu abbandonata e solo nel 1448 venne ricostruita sulle antiche fondamenta.
Gli interventi strutturali volti al recupero post-sisma sono stati di vario genere. Sulle murature, che hanno evidenziato gravi carenze di coesione dei leganti, sono stati fatti interventi con l’ inserimento di una serie di tiranti ad assorbire le spinte degli arconi rinascimentali, cerchiatura metallica della struttura dell’abside.
E’ stata realizzata una perniatura incrociata sull’intera torre campanaria e sugli spigoli dell’intera fabbrica con perforazioni inclinate incrociate, barre in acciaio inox e saturazione dei fori con malta antiritiro.
In considerazione della ampiezza delle superfici interessate dai danni dell’evento sismico del 1997, che ha procurato ingenti dissesti strutturali, sommati a fattori di degrado già presenti al momento delle scosse, l’intervento conservativo sull’apparato decorativo è stato finalizzato ad una preliminare messa in sicurezza ed ad un consolidamento di parti precarie che si trovavano in effettivo pericolo di caduta.
Dopodiché si è effettuato il consolidamento del supporto ligneo, dalla struttura portante alla rete di canne, e infine il ripristino della connessione degli intonaci allo stuoiato attraverso l’applicazione a pennello di resina epossidica.
SCHEDA LAVORO